Servizi / Studi Geologici e Gestione Terre

Valutazione e risanamento rischio idrogeologico

Il perpetuarsi di calamità e catastrofi causate dal dissesto idrogeologico, ha indotto le Istituzioni e gli Enti Locali negli ultimi anni a cercare soluzioni adatte a minimizzare i danni o almeno a mitigare gli effetti di eventi che sfuggono al controllo umano, concentrandosi sulla percezione del periodo e delle circostanze di sito in cui questi possono manifestarsi.

Il rischio idrogeologico è espresso da una formula che lega pericolosità, vulnerabilità e valore esposto. In pratica il rischio può essere definito come:

La valutazione del rischio consiste nell’analisi dei rapporti che intercorrono fra i vari fattori di vulnerabilità del territorio e le forme di pericolosità possibili.

La sua mitigazione può essere attuata, a seconda dei casi, intervenendo nei confronti della pericolosità, della vulnerabilità o del valore degli elementi a rischio.

La vulnerabilità dipende sia dalla tipologia dell’elemento a rischio sia dall’intensità del fenomeno franoso e esprime il raccordo fra l’intensità del fenomeno e le sue possibili conseguenze.


Il danno potenziale è indipendente dalla probabilità di occorrenza del fenomeno, ovvero dalla pericolosità, ed esprime l’aliquota del valore dell’elemento a rischio che può venire compromessa in seguito al verificarsi del fenomeno franoso.

Obiettivi del lavoro

I momenti strategici di intervento devono coincidere con quelli della progettazione di opere e della scelta delle idonee misure di prevenzione nei confronti di processi naturali ritenuti pericolosi; in entrambi i casi è fondamentale la conoscenza della dinamica degli eventi e dei possibili effetti sugli insediamenti e sulle infrastrutture.

Le azioni di mitigazione attuabili sono efficaci solamente se tradotte nei termini e negli adempimenti di una specifica normativa applicata alle costruzioni e alla pianificazione urbanistica, che può prevedere le adeguate misure di protezione di aree a rischio.

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Al fine di valutare il rischio connesso all’instabilità dei versanti vengono effettuate indagini finalizzate alla valutazione ed alla rappresentazione cartografica del grado di pericolosità connesso con movimenti gravitativi o movimenti di massa.
Per la valutazione della pericolosità sono redatti una serie di documenti analitici, consistenti in carte tematiche eventualmente associate con banche-dati contenenti i principali elementi previsionali. Tali dati di base sono elaborati mediante procedure statistiche o con una valutazione soggettiva, per fornire una Carta di sintesi della pericolosità del territorio.

Le attività ed i criteri da seguire nel corso della valutazione dell’esposizione al rischio di un determinato settore di territorio finalizzati ad adeguati interventi di prevenzione di aree soggette a pericolo o risanamento di aree dissestate possono essere sintetizzate come segue:

  • Ricerca e analisi di dati bibliografici storici pubblicati;
  • Produzione di dettagliata cartografia di base attraverso rilievi aerofotogrammetrici eseguiti con ausilio di drone;
  • Rilevamento geologico-strutturale, geomorfologico e idrogeologico;
  • Rilievi geomeccanici;
  • Programmazione, gestione ed esecuzione di indagini geofisiche;
  • Interpretazione dei dati sperimentali ottenuti dalle indagini di campo;

Vengono inoltre redatti i seguenti elaborati conclusivi:

  • Carta geologico-strutturale, geomorfologica dinamica e carta idrogeologica;
  • Carta della classificazione e zonazione della pericolosità/rischio;
  • Tavola delle sezioni stratigrafiche perpendicolari al versante;
  • Relazione geologica con considerazioni geotecniche sulla stabilità dei versanti;
  • Relazione geomeccanica;
  • Risultati indagini e rilievi;
  • Relazione sugli studi ed interventi per la protezione dal rischio di frana accertato;
  • Relazione sulle tecniche di mitigazione del rischio di frana accertato.

La prevenzione del rischio comprende le attività volte ad evitare o ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni conseguenti agli eventi franosi.
Le attività di prevenzione devono essere programmate per tutte le zone in cui il rischio risulti socialmente non tollerabile con priorità assoluta per le zone ad alto rischio.


Sono possibili in generale due strategie di prevenzione:

  1. mitigazione del rischio con interventi strutturali per ridurre la pericolosità;
  2. mitigazione del rischio con interventi non strutturali per ridurre il danno potenziale;

Gli interventi strutturali e non strutturali sono programmati nell’ambito dei Piani di Bacino, ai sensi della L.183/1989. La valutazione della loro efficacia in termini di riduzione del rischio e la programmazione di eventuali interventi integrativi rientrano nell’ambito dei Piani di Previsione e Prevenzione provinciali, regionali e di bacino di interesse nazionale, previsti dalla L.225/1992.